In questo capitolo si parla di: Don Chisciotte, Don Mimì Spina, Santa Lucia, Sant Andrea, Santa Carolina, Santa Rita da Cascia, Carlo Pisacane, I sans Papier, I Lapsi, la famiglia Carretta, il milite ignoto, San Vincenzo, Caligola, I morti di Piazza Fontana, Ciccio e Franco, Sant Orsola e le vergini, e di altri personaggi comuni.
Capitolo - VI -
- Brutti felloni; due òmini che tengono una donzella in ginocchioni;
vedervela con me ora dovrete, vi farò assaggiare la punta della lancia
e vi manderò d'un tratto all'altro mondo. Ditemi chi siete: Baroni,
Conti, e il primo colpo dove lo volete, nel cuore o nella pancia?
- Don Chisciotte, noi siamo Santi, e questa donna è ginocchioni,
perché gli stiamo dando l’assoluzione; ha preso un granchio,
non è da noi signor cavaliere, tenere le donne in queste posizioni?
Se non le soddisfano le mie parole, chieda lumi al suo hidalgo Sancio.
- Ma che santi e santi. Il mio intuito che mai falla, dice che siete due sozzi lestofanti
che vanno in giro ad accalappiare le donne sole, o che portano in giro gli infanti.
- Don Chisciotte, togli di mezzo questa lancia che puoi farci male. Qui siamo Santi,
e dovresti sapere che se stiamo qui, non siamo lestofanti. - Ne ho incontrati tanti
d’imbroglioni. Tu vecchio mi sembri Santo per davvero, ma questo ragazzotto
non me la dà da bere: E' santo anche lui? - …Non proprio messere,
è in apprendistato, ma se le basta garantisco io per lui! Son vere...
- San Prò, gli stiamo dando troppa confidenza, ora gli do un cazzotto
a questo scemo! - Sta zitto, anche con questo vuoi litigare?
non t'accorgi che ha perso il cervello e deve sfrinnisiare?
- E proprio qua doveva venire? Anche noi abbiamo i lapis a quadrigliè!
- Cosa dici? - Dicevo che ognuno ha i suoi grattacapi: anche io e te!
- Messeri, ci vediamo un'altra volta per duellare; mi è giunta notizia
che non lungi da dove siamo adesso, c'è un Briareo con otto mani
rotanti. - Un Ottomano? - Non lo so mica, so solo che per far giustizia
mi devo recare sul posto prima che spunti l'alba di domani.
E' allora che si mette in movimento; la notte dorme, ma un cavaliere
non combatte il nemico coi tranelli. Quindi aspetterò che si svegli,
e all'albeggiare lo affronterò in sella al mio destriere
e le sue lunghe braccia accorcerò, e poi ucciderò anch'egli.
- Dimmi, amico, chi è questo Briareo nemico che sfida Don Chisciotte?
- San Prò, è quell'affare che abbiamo visto roteare dianzi, un mulino
a vento, di proprietà di un certo Martusciello: quello che una notte
sorprendemmo che con una pompa aggiungeva l'acqua dentro al vino.
Quello che sposò tre figlie ai Di Gennaro... San Prò, vi ricordate
che un giorno, una signora ci fermò per via di una messa di suffragio?
- Mi ricordo: "La nonna di Alina!" - Bravo! Quella signora, in estate
metteva i tavolini sul marciapiede e vendeva caffè, e beveraggio:
“Il loro impero è partito dall'acqua!” - Erano proprietari di navigli?
- No, lui metteva l'acqua dentro al vino, lei oltre a venderla l'acqua,
con essa ci faceva il caffè. I loro "risparmi" li hanno dato ai figli,
che a loro volta li hanno fatto crescere comprando da gente stracqua
terreni, ville, palazzi e appartamenti ed ora sono "possidenti."
Un altro possidente che mi sovviene, è il padre dell'ex Sindaco
Postiglione. I soldi se li è fatti pisciando sui carboni. - Ardenti?
- Quali ardenti: bagnava i carboni per farli pesare di più, quel macaco
di Luigi! - Sei geloso? - No! disgustato dal comportamento della chiesa
che ci ha imbrogliati, e ci ha detto che questa gente andava a finire
tutta all'inferno; invece m'accorgo ad personam, che è stata una presa
in giro. - Non abbiamo già discusso questa cosa? Hai ancora da ridire?
Si dice che la lingua va sempre dove il dente duole… e a te ti duole!
- A me personalmente non mi duole niente di niente e non accetto museruole,
quindi fatemi dire quello che penso! Io sono fatto così, ormai siete un conoscitore,
del mio comportamento: quello che devo dire lo dico in faccia e non porto rancore.
- Stavamo parlando di Don Chisciotte, e tu vai a finire a Martusciello
e Postiglione? Vieni, adesso per calmarti ti porto in un luogo ove
si gioca e si scommette... Attraversammo un guado e un monticello,
e ci trovammo immersi in una nebbia fitta che non si capiva il dove.
- San Prò, io non vedo niente? - Per il momento niente devi vedere!
Questa nebbia non è originale, ma è come quella che usano i cantanti.
Qui stanno quelle persone che fanno; ma non lo vogliono far sapere!
- Occhiali antinebbia, antismog, anticacacazzi. Chi paga per contanti
avrà uno sconto. - Hai visto? - Proprio adesso dicevo che non vedo niente?
- No dicevo: Hai visto cosa vendono per superare questo inconveniente?
- Io non vi capisco. Prima fate la nebbia per non farvi riconoscere;
e poi vendete occhiali per conoscere chi non si vuol far riconoscere?
Mi sembrano due cose contrastanti: non vi pare? - Non è così…compare,
perchè ci sono anche antiocchiali per non farsi riconoscere! - Peggio
ancora! Insomma San Prò: io quali occhiali devo comprare?
- Incomincia con l'antinebbia! - Uèh giuvinò, qua male mi destreggio;
fammi un buon prezzo: gli occhiali antinebbia a quanto me li vendi?
- Solo un Napoletano tira sul prezzo anche da morto! Roba da pazzi!
- Solo un Napoletano vende e imbroglia: e allora perché ti sorprendi?
- Paisà cinquemila, ma se ne compri due, ti regalo gli anticacacazzi.
- Sono occhiali importanti questi; giù da noi non ci stanno eguali;
come mai li regali e non li esporti sulla terra dove c'è bisogno?
- Sulla terra non funziona neanche uno di questi occhiali;
altrimenti, solo per i miei parenti non basterebbe il fabbisogno.
Mio padre diceva che i c.. sono come i pesci piloti degli squali;
ti stanno sempre appresso e te ne liberi solo quando ne hai bisogno.
Hai voglia di nasconderti, non ti perdono mai di vista! Gli occhiali
che vorreste non li tengo, mi dispiace... Però se per voi è un sogno,
e siete disposto a pagare di più, vi faccio capitare gli anticognati,
o gli antisuoceri, che funzionano anche sulla terra: vi interessa?
- Azzòoo, se mi interessa! Portami una dozzina di paia, però provati,
per ogni “anti” che trovi! Guarda che ci metto il pensiero: La tua è una promessa!
- Vi potete fidare, fate conto che già avete gli occhiali in mano;
mi dovete dare una caparra però! - Vittò, non dare niente; a questo
lo conosco, è nu mbrugliunciello. - Ma chi è questo vecchio strano
che grida e sparla sul mio conto? Adesso mettiamo il manifesto?
Mi volete rovinare la reputazione? - Non ti ricordi di me scurnacchià?
- Moderate i termini, capito? altrimenti anche se siete vecchio,
mi costringete a... - Fammi sentire che mi fai? Mi vuoi picchià?
e provaci, te mollo quattro buffettuno che poi a te guardà int o specchio
te miette paura! - Calmatevi onò, ma cosa vi ho fatto? Vi ho calpestato un arto?
- E' vero San Prò: il diverbio non è così grave, che deve finì a mazzate?
- Quand'ero giovanotto, passai di qua e questo figlio di male parto
mi convinse a comprare un paio d'occhiali: "Antisonno e Anticazziate".
A quel tempo seguivo un corso accelerato: "per santo novello"
dal portinaio San Pietro. Mi venne sonno ed inforcai gli occhiali.
Dormivo beato, quando a Pietro gli viene lo schiribizzo di fare l'appello.
Eutichete? - So' presente! - Gennaro? - So' presente! - Procolo? - Alì
mortacci tuoi, mi disse appena s'accorse che stavo dormendo,
e mi fece una cazziata: "una per bere e un'altra per sciacquà."
“Questo terrone; lo mandano qua sopra a fare il santo, non sapendo
che è uno smidollato e appena gli fai fare qualcosa subito si stracqua!”
- Insomma per non portarla per le lunghe, ebbi delle cazziate
che me le ricordo ancora. - San Prò, scusate se di questo pover'homme
prendo le parti, ma la colpa è totalmente vostra: "Voi dormivate!"
- Te pare ca tu nun acchiappavi a palla in balzo pe me jì ‘nculo a mè?
- San Prò non vi avevo riconosciuto: Era mio nonno, non io: il figlio del figlio!
Patem è Puzzulano e mammà Faruttese, e a casa tenevem o quadro vuosto.
Pateme vi pregava in ginocchio e nce truvà a fatica, nu cunsiglio,
e in fine n'ispirazione: facette o fruttaiuolo: se mettette o puosto.
Fusseve voi che lo consigliaste: E' vero San Prò? - Fui io di certo:
Chi altri avrebbe aiutato un Puteolano! - D'allora, nel nostro stiglio
non mancò mai niente, e a frutta assupirchiata, di concerto
la mandavamo a San Gennaro! - Ma come? A me chiede aiuto e consiglio,
e la frutta che rimane la porta a San Gennaro? - San Prò, mia mamma
era Faruttesa, e o Santo suoie era San Gennaro. Voi sapete le donne:
"Mio padre gli diceva: "Moglia, prendi questa specie di mazzamma
assupirchiata e portala a San Procolo!" E essa: "Gnursì marito aronne?
- Da San Procolo ti ho detto! Essa curreva e a purtava a San Gennaro:
Che ne sapeva mio padre che mammà o ‘mbrugliava? Isso era chiaro!
- Diceva un detto antico che parlava di donna:
"Una sola era bona, e a facettero Madonna!
- San Prò adesso vi regalo un paio di occhiali per la vista...
- Non mi servono, se so comme a chill'ate!
San Prò, ho un paio d'occhiali stile epigrafista:
ho detto che ve li regalo e non me li pagate?
- Allora vanno bene, e aggiungici a fiducia pure gli anticacacazzo.
- San Prò, come sempre approfittate? - Stavo parlando del diavolo e so’
cumparse e corne! Tu si cazzo e me mannà ‘ngalera! Questo bravo ragazzo
mi ha pregato per farmeli accettare! " Nessuno mai, prima di te, osò
dileggiarmi!" - San Prò soprassediamo, ma non è uno scherzo.
- Ma tu nun te fai scappà niente, da matina a sera guardi sempre a me?
- San Prò, mi avete portato in questo luogo per jiucà o sesterzo,
e fino a mò sulo nu venditore s'è visto; invece altre cose voglio vedè!
- Vittò, a me mi pare che la gallina fa l’uovo e al gallo gli brucia il culo!
- San Prò, a me non mi brucia niente: siete voi che pensate solo ai fatti vostri!
- E’ arrivato Sandokan: la tigre della Malesia! - San Prò, voi fate come il Cuculo
che fa l’uovo nei nidi d’altri, invece gente come me, non ci facciamo mai i fatti nostri!
- Accumincia a te nfurcà sti' lente ncoppe all'uocchie, accussì
può essere ca guardanne l'ati cose, ti distrai, e non mi guardi!…
Appena mis' e lent ncoppa o naso, vedette tanta gente accumparì:
addò prima sentevo sulo o rummore; erano milioni, forse miliardi!
Ognuno con giornali e cartoscelle controllava gli arrivi e le partenze
e con una matita bicolore sottolineava: in rosso, quello da giocare,
e in blu le corse già partite e perse. Dalla nebbia solo poche lenze
di sole filtravano, quindi faceva freddo e incominciai a tremare.
- Che hai paura? mi chiese San Procolo: "Facevi tanto il guappo!"
- Non tremo per paura, ma per il freddo che mi è entrato nelle ossa!
- Non sento freddo io che sono vecchio; tieni, copriti col mio drappo!
- Voi dimenticate che siete morto e le vostre ossa sono nella fossa.
- Prego: "Nel Duomo di Pozzuoli!" - Fa lo stesso, comunque le ossa
appresso non le avete e quindi non mi potrete mai capire.
- Perché... Adesso vogliamo pure polemizzare sul freddo e sulle ossa?
- Non è polemica, ma mi preoccupo che se m'ammalo, posso anche morire!
- Vuoi una cosa meglio di questa: ti risparmi un viaggio!
- Mi basta che non mi secciate, e non vi preoccupate se mi stanco.
- Però dimmi la verità: ti sto facendo fare un bel rodaggio?
- Certo, e per tener fede alla premessa, scriverò un libro bianco,
su quello che sto vedendo, e lo pubblicizzerò al ritorno sulla terra!…
Andammo in giro a casaccio, e ci accorgemmo che si giocava su tutto.
Si giocava indifferentemente: "Su un goal di Maradona all'Inghilterra;
se Diana avrebbe fatto le corna a Carlo; Se Carlo più brutto
ancora diventava, se la scopriva, e se si sarebbe sposato con Camilla.
Sulle corse di poveri diavoli, a quelle fra l'arcangelo Michele
e Gabriele; e sulle lotte fra cittadini di Pittsburgh. Se il Gorilla
sul grattacielo di New York avrebbe ucciso la ragazza; e se le vele
di scampia sarebbero cadute al primo colpo. - "Volete scommettere
che il prossimo film di Tinto Bras lo censurano? " - Bella scoperta!
- "Volete giocare: 2 a 1 che San Gennaro il miracolo lo farà vedere
con un giorno di ritardo; o se ogni terremotato avrà la sua coperta?
"Volete giocare sul sigaro che Winston Churchill a messo in bocca?
Lo do: 2 a 1 che dura più di un'ora; 4 a 1 che ci mette meno;
8 a 1 che si scoccia e lo butta prima;10 a 1 quante volte lo tocca;
Alla pari se lo butta acceso; e su quanto è lungo il lago Trasimeno."
- "Chi si gioca che io dormo una notte su uno spillo? " - Giovanotto
non dite fesserie: voi vi pungete! - Non mi credete? allora giocate!
- Vittò, attento, pure io una volta ho scommesso e sai questo picciotto
cosa ha fatto? Ha steso lo spillo a terra e s'è coricato sopra! - Fate
queste bravate? Io pensavo... - Io pensavo, quello proprio su questo
giocano questi disgraziati. - Ma è un gioco clandestino… è bandito?
- No, è autorizzato: però c'è sempre qualcuno che prende a pretesto
una questione e cerca di scappottarla: "figlio di zoccola impunito."
Ognuno che sta qua, deve avere un patentino e una licenza;
(che per avere paga); poi a fine giornata sul guadagno caccia
una percentuale... - Di quanto? - Non si sa quant'era alla partenza;
Si sa solo quello che arriva al Signore. - Allora qualcuno ci marcia e ci sfilaccia
qualcosa per proprio conto? - E’ il vizio del gioco! - Voi, nel vostro libro
avete detto che... - Incominciamo a mettere i puntini sulle "I";
Io non ho scritto libri: lo stai scrivendo tu: (chiamiamolo libro).
- San Prò oggi siete un po' ritardato; "Voi" non siete voi, dovete capì,
ma siete i cattolici. " Iniziamo d'accapo. Voi cattolici, avete asserito
che i viziosi dei giochi andavano a finire in un certo posto,
perché era peccato giocare; e adesso li fate giocare in questo sito?
- Il posto stabilito era proprio questo; ma si giocava di nascosto.
All'inizio non si poteva scommettere, ma poi sono diventati tanti,
e come facevi a mantenerli calmi dalla mattina alla sera?
Inizialmente, certi Napoletani, o delle provincie circostanti,
iniziarono con la tombola, il toto nero e col mercante in fiera;
Poi, hanno fatto carriera e si sono allargati, e allora Dio ha presso
di Sé voluto la gestione: "Ha copiato dallo stato Italiano!"
- San Prò io vedo solo giochi: "da novella 2000…" - Aspetta appresso,
questo è solo l'androne, più avanti ci sono le corse come Agnano,
di cani, di cavalli, d'automobili, di motociclette e ci stanno pure
quei giochi con le macchinette. - Addirittura? Ma non dicevate prima
di non conoscere queste cose moderne? - Sono i nuovi arrivati, oppure
i vecchi che quando vanno in permesso sulla terra, violando la stima
che gli concediamo, approfittano e importano qualche gioco moderno.
San Prò a proposito di giochi; "Come fanno i morti a sapere che numerino
esce al bancolotto? - E' una cosa semplice. Da noi, per ambo e terno,
l'estrazione avviene il Venerdì sera, per dar tempo al nostro Postino
di portare i numeri nella stessa notte, e farli giocare per il Sabato.
- Scusa, ma non ho capito! - I numeri che escono qua, sono replicati
il giorno seguente sulla terra? Allora è facile essere abbracciato
dalla fortuna; ma vedo che la maggioranza che gioca sono sfortunati?
- Dipende dalle interferenze. A volte, faccio un esempio: Un Polacco
deve portare un terno al suo paese, ma sbaglia rotta, e lo dà al primo
che trova. Ammettiamo che il primo che incontra è un Cosacco.
Che speranza ha di vincere al lotto il povero Cosacco? Nessuna, stimo!
- E per il resto? Garibaldi mi disse che portò ad Anita una cinquina.
- E' più difficile. Ogni settimana, oltre al terno, esce un numero
jolly con un indovinello...Quindi ogni due settimane, chi indovina,
ha a disposizione otto numeri, 3+1,+ 3+1= 8. Fra questi otto è vero
che c'è una cinquina, ma non è semplice indovinare la combinazione.
- San Prò, se io la prima settimana, mi prendo i tre numeri, la terna;
poi indovino il numero jolly: "Ho una quaterna a disposizione? "
- Nessuno ci ha mai pensato, o forse per "la ngannapienza" eterna,
vuole fare la cinquina. (Il jolly più i tre numeri, ma che gonzo),
fa la quaterna, e la quaterna secca pure è buona!) Pensando
a questo fesso: "A volte anche un pezzo di merda diventa uno stronzo!"
- San Prò, state parlando da solo, e quando fate così: state sparlando:
Spero che stavate sparlando di voi stesso, e non di me?
- Si, si, certamente...veramente stavo pregando... al tuo Dio…
- Il mio Dio non è l'Iddio vostro? - Stavolta lo pregavo solo per te.
- Chi vuole Dio se lo prega! Perciò non vi preoccupate me lo prego io!
Attraversammo un prato Inglese, un giardino Italiano, poi un laghetto
Giapponese e ci trovammo in una specie di parco dei divertimenti.
- San Prò, che stiamo ad Edenlandia? - No, questo posto viene detto
"Babelandia" e ci stanno quelli che hanno lavorato, in più momenti,
alla costruzione della torre di Babele. - San Prò mi ricordo: quelle
persone a cui Dio mischiò le lingue e non li fece capire più niente?
- Esattamente! - San Prò, io vedo che ci stanno pure bancarelle;
mi dite come fanno a destreggiarsi con tutta questa gente?
- Come vedi, anche qua è un bordello e non si capisce niente.
Dio li ha fatto mettere in commercio per farli litigare col cliente.
Prima, chiedevi un pezzo di torrone e ti portavano un orologio a cucù;
ma è da un po' di tempo che questo non succede più!
Se Dio se ne avvede succede il finimondo! - Perché cosa fanno di male?
- Niente! Un giorno venne un cliente Americano e portò una nuova moda:
"Il fai da te." Adesso su ogni cosa esposta c'è scritto quanto vale;
Tu prendi quello che vuoi e lo metti in un cestino; non fai la coda,
non chiedi niente a nessuno, poi passi alla cassa e paghi alla Madama.
- San Prò, pure da noi ci stanno: "I supermercati!" e non vedo
perché Dio dovrebbe arrabbiarsi. - Non ci doveva essere amalgama:
era la punizione; e quindi ci si aspettava litigate; ma ora mi avvedo
che con questo sistema a prezzi fissi non ci sono litigi;
e se per caso nasce qualche incomprensione, si risolve gesticolando.
La cosa peggiore è che questi, un poco alla volta: gialli e bigi,
litigi dopo litigi, apprendono qualche parola e stanno di nuovo comunicando.
- San Prò, io vorrei immergermi in quella folla e provare l'ebbrezza:
Voi che ne dite? - Approvo! Mi meravigliavo che non mi avessi fatto
ancora questa richiesta… Scesi nella bolgia e chiesi con naturalezza
se prendendo due, mi facevano risparmiare sul prezzo. Esterrefatto
restai! La commessa mi disse: "Viuno no! ma si v'accattata
treje ne pavate doje.” - San Prò correte, questa parla quasi puteolano.
Aronne vieni? - Nonnema jeva ra Torre...- di Babele? - No; Annunziata!
Song cuntent e parlà nu pucurillo; cà nisciun cugnur; comm'è strano!
- Meglio che ce ne andiamo da questo posto e non ci facciamo vedere;
non sia mai Dio viene a sapere che parlo con i Babelesi per un mesetto
mi mette a pulire le latrine. - Mamma da saletta! Cose da non credere;
ma questa è cattiveria! - Zitto se no mettiamo l'olio 'ncopp o piretto…
- San Prò: Chi l’ha fatto santo a questo culattone che si vanta pure, e porta scritto
il nome dietro al pantalone? “San Culotto.” - Questo è un rivoluzionario francese
e non ciò che dici. “Sans culottes” cioè: “senza brache” per distinguersi dal borghese
e dal nobile che portavano le brache corte. - San Prò, non era un suo diritto
portare le brache come gli pare e piace: allora perché lo chiamate rivoluzionario?
Potevate chiamarlo precursore della moda: visto che il pantalone lungo è l’ordinario!
- Qua non si trattava di pantalone lungo e corto, quelli gli facevano guerra,
perché i nobili li mantenevano a stecchetto e ne mandavano parecchi sottoterra.
- San Prò avete mai sentito parlare di uno che si chiama Tiago?
- Mai sentito nominare da quando sono qui; eppure ne ho visto masse?
- E' un Santo. Lo chiamano San Tiago del Cile! - Ho un ricordo vago
di questo nome: San Tiago del Gilé - San Prò; "del frac e sciasse"...
del Cile, non del Gilè! - Questo nome mi ricorda qualcosa da scolare.
- San Prò ‘a pasta? - Di scolare, da studente insomma. (Come è brutto
avere a che fare con gli ignoranti) Neh! ma tu me vulisse sfruculiare?
ridicolizzare? ..."Non ci riuscirai mai a mangiare questo frutto!"
- Lo so San Prò, altrimenti la mia famiglia si vestirà a lutto:
"Già lo hai detto!" Io volevo scherzare e chiedervi ancora di Sangallo,
Sanpierdarena e Sanfedisti; ma visto che vi arrabbiate ritiro tutto!
- Vittò, sentimi bene; Tu stai facendo troppo lo stronzo e pappagallo;
ed io per rispetto alla regola dell'ospitalità ti sto sopportando.
A volte, per togliere di mezzo l'occasione faccio finta di non capire,
ma tu approfitti e quelle due pellecchie me le stai abboffando.
- San Prò non sapete stare allo scherzo: "La vecchiaia si fa sentire? "
- Lo scherzo è bello quando dura poco, ma quando si esagera si finisce
" a pisci fetienti!" Tu si gruoss; si n'homme ‘nzurato; tieni i figli;
e pazzije comm 'e criatur? A cerevella te fà rocelarocela e nun capisce
chiù? - Che mi consiglia? - "Chi fa' di testa sua non chieda consigli!"…
- Scusami, tu non sei Vittorio il figlio di Luisella? - Si sono mì!
E tu chi sei, non ti riconosco. - Aspetta che adesso mi tolgo
gli occhiali e mi riconoscerai senz'altro. - Ueh, Spina; Don Mimì!
Che piacere incontrarvi, state bene? - Non c'è male, non mi dolgo.
- Don Mimì, che ci fate qua? - Che domande, che mi fai; perchè in vita
non sapevi che io ero un giocatore di cavalli? - Lo sapevamo...a noia!
- E allora quale meraviglia di trovarmi in questa sala giochi? Invita
pure st'anziano, adesso c'è la corsa tra il cavallo di Frisia e Troia!
- Quello di Ulisse? - Si proprio lui. - Don Mimì, quello era di legno,
e l'altro di filo spinato! - Tu dimentichi "che non abbiamo l'ossatura"
siamo aria, vento, e come tale possiamo competere: basta l'impegno.
- Don Mimì, voi e i vostri fratelli e nipoti, mettevate la stessa cura
a portare da mangiare ai cavalli dell'ippodromo come non farebbero
neanche i benefattori del W.W.F. Se non era per voi, a quei poveri cavalli,
chi comprava la biada senza entrate? - Vi definivano viziosi; ma ebbero
torto, e spero che comprendano che se non era per voi, nei recinti e valli
non si sarebbe più visto un cavallo. Avrebbero fatto la fine degli asini
e dei muli, che se vuoi vederne uno devi andare al giardino zoologico.
- Mi piace questa motivazione, ne parlerò coi miei fratelli e tutti gli Spini;
e cercherò di mettere su un'associazione. E’ un ragionamento logico;
il tuo. Dovranno darci una medaglia o farci cavalieri, a me, Scipione,
Agesilao, suo figlio Tonino, e poi a Procolo, Filippo e Ferdinando;
con questa motivazione: "Hanno salvato i cavalli dall'estinzione!"
D'ora in avanti, con la testa alta potremo andare in giro camminando!
Vittò, com'è via Napoli oggi; dimmi la verità è bella come a quando
c'ero io, con la spiaggia, la scogliera, e sulle terme, lo scoglione?
I miei nipoti mettono ancora le cabine del: "Lido Spina? " Ferdinando
Gnagnariello, è in vita? E' sempre lui l'addetto alla costruzione?
Vitto, ci vai ancora sotto al ristorante di Vicienzo ‘A Mare a zummezzare
le monetine che i clienti buttavano di sotto per divertirsi dopo aver mangiato?
Aspetti sempre Pasquale il buttaiuolo che spara le bombe per ammazzare
i pesci dietro la scogliera e tu ed altri ragazzini vi tuffate dopo che se n’è andato?
- Don Mimì, mi dispiace deludervi, ma non vi posso dire una bugia.
Nel settanta c'è stato il primo bradisisma, e il mare si è seccato.
Potevano lasciarlo così: Una grande spiaggia come Copocabana e in via,
opposta alla scogliera: il mare pulito e pescoso. Invece è stato
riempito con la loppa che produce il cantiere di Bagnoli: Una rovina!
Sopra hanno fatto i giardinetti, un campetto di pallone ed una strada.
Il palazzo ‘a mare, dove abitava Don Fernando con la signora Nina
è stato abbattuto, e la scogliera adesso è diventata: "la passeggiata."
- Tiemp bell e na vota, tiemp bell addò state, diceva una canzone.
Il Tram, il numero 50, passa ancora da quelle parti? - No, Don Mimì!
- E quando vuoi andare ad Agnano che prendi: "U Pulman e Guardascione?"…
Ragazzi, scusate devo correre, a quest'ora la Tris è pronta per partì!…
- Don Mimì vostro nipote Tonino dove sta? desidererei vederlo. - Sta qua, allo stesso
girone, lo trovi più avanti fra gli ubriaconi. - In mezzo agli ubriachi? - Quel fesso
oltre ad essere un grande giocatore, aveva anche il vizio di scolarsi un bicchierino.
- Io non l’ho visto mai ubriaco: la morte della moglie l’avrà fatto mollare un pochettino.
Pochi passi feci in quella direzione e lo trovai sdraiato con in mano: “Il cavallo”
da dove estrapolava e riscriveva su un foglietto chi sarebbe stato oggi il vincitore.
Aveva per vestimento il solito abito lungo bianco impreziosito da un foulard giallo
attorno al collo, ed un baschetto blu messo a sghimbescio sulle ventiquattrore.
- Tonino come stai? mi riconosci? - Che domande fai, se la nostra vita ribalda
l’abbiamo passata assieme! Ogni tanto ti penso e affiorano i ricordi.
Quello che facevamo con le bagnanti; al mercato ittico e altro come te lo scordi?
- Tonì, te la ricordi la Susy, quella ragazza villeggiante di Atripalda?
- Come no! Era bassina però era bellina e sfiziosetta. Ti ricordi Maria, Assuntina…
- E tu ricordi quando a Pasqua andammo a Ischia: io, tu, Mario e Ciccillo d’Adriana?
- E come si può scordare una cosa del genere? Fu quando comprammo sulla banchina
una bottiglia di vermouth a testa e ci ubriacammo sulla spiaggia Ischitana.
Prima stavamo sotterrando Mario in un buco che trovammo preparato per metterci
dentro tutto lo sporco della superficie. Poi fittammo una barca e andammo a bagnarci
al largo: ci bagnammo e non morimmo perché sapevamo nuotare meglio dei pesci!
- Fu allora che perdemmo le mutande. Nonostante fossimo ubriachi, dopo tanti mesci,
non facemmo il bagno nudi, ma con le mutande, e tornati a terra indossammo
i pantaloni e le mutande ad asciugare indovinate un po’ dove le posammo?
Su un’altra barca che il padrone fittava e secondo me qualcuno le avrà gettate:
visto che a quei tempi e quella fame, non indossavamo di certo mutande ricamate!
-Tonì, come mai sei in questa sezione? - Per via di quel bicchierino di whisky che
ogni tanto tracannavo. - Per un bicchierino soltanto si va in punizione?
- Un bicchierino per modo di dire, poi dopo ho aumentato: difatti sono morto che
ero ancora giovane con la cirrosi epatica. - Adesso hai smesso però l’assunzione?
- Adesso si può bere, tanto non si muore più. - E lo trovi il liquore qua sopra?
- Te la ricordi Emma, la madre di Salvatore il fruttaiuolo che vendeva lo spirito
di contrabbando? - Come non mi ricordo? - E’ qui e continua di venditrice l’opra;
ma quel liquore lo usiamo solo come aperitivo; quello buono ce lo rifornisce in sito,
un farmacista amico, che ci invia ogni settimana lo sciroppo che la tosse blocca,
ma dentro alle bottiglie, al posto del solito sciroppo, a pagamento ci mette il cognac.
E’ una confidenza: acqua in bocca; se la storia viene fuori succede il patatrac!
- Tu mi conosci e sai che non sono uno di quelli che non sa tenere un cicero in bocca.
- Vitto, lo sai che qui trovi pure il fascista e il padre di “Mimì Suariello” il tranviere?
- Il fascista: il padre della moglie di Gennaro Ferrante, il figlio di Ciniello?
- Esatto. Quello che quando lo vedevamo ubriaco fuori la cantina far bordello,
andavamo a fittare il carretto trainato a mano da Luigi il carbonaio, e dal cantiniere,
lo portavamo a spasso per tutto il paese, mentre lui sul carretto se la cantava,
e poi quando ci eravamo scocciati andavamo a scaricarlo, così fatto a mal partito,
gridando in coro: “Signora Maria, vi abbiamo portato questa specie di vostro marito.”
- Ricordi il marito della tranviera quando lo chiusero in casa perché s’ubriacava?
- Certo che lo ricordo. - E ricordi pure una volta cosa fece per completare la storia?
- Prese il palo di ferro che usava per gli scambi del Tram e sfondò la parete divisoria
di casa sua e sbucò nella cantina di Aulitto, ed e lì che i familiari, ubriaco fradicio
lo trovarono al ritorno. - Bei tempi: peccato che per via di questi vizi devo portà il cilicio!
- Tonì, quando hai iniziato a bere? Perche con questo demonio sei sceso a patti?
- Mi alzavo alle quattro del mattino estate e inverno, e al mercato ittico scoperto,
lo sai, facevo il ragioniere. Un bicchierino lo prendevo io, un altro mi veniva offerto,
e figurati fino alle due del pomeriggio, quando smontavo, quanti me ne ero fatti.
Prima ho iniziato a bere per il freddo, poi per dimenticare, e in ultimo per affogare
i miei guai nel bicchiere: senza sapere che quelli meglio di me sapevano nuotare.
- Mi ricordo di tutto: anche di quella bella ragazza di tua moglie che giovane morì!
- Vittò, scusami tanto se ti lascio, devo correre, a quest'ora la Tris è pronta per partì!…
Lui corse, e noi corremmo all'inverso per uscire da quell'inferno
colmo di nebbia e occhiali. Uscimmo da una porta secondaria
e ci trovammo su un grande spiazzo aperto. Nell'angolo più interno
c'era un mercatino rionale dove si vendevano cose di agraria.
- Uocchie ca me parlate, me ricurdate a primma giuventù...
Venite e rinfrescatevi gli occhi; vedete che belle palle che ho oggi?
- San Prò, di chi è questa vocina...che mi ricorda a primma giuventù?
- Ueh! Ti avviso, comportati come si conviene, non fare che t'appoggi;
che andiamo a finire a pisce fetiente! - San Prò per chi mi avete preso:
per Gigetto? - Questa è Santa Lucia! - Madonna, che emozione, che allegria:
Perciò ha detto: "Rinfrescatevi gli occhi!" Santa Lucia, sono sorpreso;
permesso, permesso, fatemi passare, devo andare da Santa Lucia!
- Perché secondo voi, noi dove dobbiamo andare? - Anche voi soffrite
agli occhi? - No, io tengo fame! - Lo dicevo io che avete sbagliato
fila, permessooo! - Insomma, vi volete fermare, oppure preferite
che vi fermo io 'a scuppettate, o vi piace se vi stenno accurtellato?
- All'anema e chi t’è muort... - Ueh, ragazzi, dico a voi là in fondo;
non litigate, stamani accontento tutti! - Attesi un poco ansante, poi arrivò
il mio turno. - Santa Lucì, l'aaallltttrr… - Tira un respiro profondo!
- Ahhhhh! L'altro giorno andai dall'oculista; il quale mi visitò...
- Vedi in questo secchio cosa tengo? - Come no: Sono mozzarelle.
- Allora vedi bene, e questo è l'importante; Quante ne vuoi?
- Di mozzarelle? - E allora di che cosa? Guarda come sono belle!
Io queste vendo? - San Prò currite, mo me ven natu sturzillo. Puoi
mai pensare che Santa Lucia vende la mozzarella? - Appunto ti stavo
dicendo: "Nun fa o scemo ca fernimme a pisce fetiente!"
- Che ci azzecca con la mozzarella? - Ci azzecca, perché provavo
a farti capire di non avere reazione, (ma forse pensavo inutilmente,)
quando scoprivi che Santa Lucia era diventata venditrice di latticini.
In fondo faceva lo stesso mestiere delle tue zie e dei tuoi cugini!
- Bastava dicessi che la Santa non tratta più gli occhi, ma la pancia.
- E tu mi avresti creduto come Don Chischiotte credeva a Sancio Pancia!
- Non per cattiveria, certamente sarei andato a controllare, ma non condanno
a prori… San Prò perché quell'uomo cammina con in testa un alone luminoso?
- E' l'aureola, la portano soltanto i primi Apostoli, a noi ce la danno
solo alle parate. Sarà passato sotto la galleria ed ha fatto il capriccioso
rimanendo acceso. Adesso glielo diciamo: " Andreaa, hai lasciato la luce accesa!"
- Grazie Procolo, meno male, se no si scaricava la batteria.
- San Prò, è Sant'Andrea quello? Mi era rimasta ‘na cosa 'ngann appesa
che me pareva cient'anni e ma levà. - Vittò te raccumann nun fa pazzia!
- Ah, voi sareste Sant'Andrea? - A servirvi! - Mai più, lo giuro!
A sentire quelle povere ragazze da dentro alla doccia:
" Papà è gelata; Papà mi sono scottata!" Ma voi siete sicuro
che da quassù non sentivate quante maledizioni e mannà 'nsaccoccia
vi ho mandato? Qualcuna ve l'ho colta spero! - Ma voi chi siete,
io non vi conosco? - Adesso fate pure finta di non conoscermi, eggià,
questa è la prassi; prima imbrogliate la gente e poi fingete
di non conoscerla. - San Procolo, mi vuoi spiegare, per carità,
cosa vuole quest'energumeno? - Dice che tu gli hai venduto una caldaia
per il riscaldamento che funziona una schifezza! - Procolo, io sono
Santo con la S maiuscola, e non sono come quei santi della piccionaia.
Spiegalo tu a questo giovanotto che i Santi, non si possono
dedicare ad altri mestieri: "I Santi fanno i Santi a tempo pieno!"
- No, per favore Andrea spiegaglielo tu, e vedi se ti capisce:
"Ha visto Lucia vendere la mozzarella e provolone di burro ripieno!"
Lui mi giudica un santo con la s mini, e dargli ragione mi rincresce.
- Cose mai viste! cose dell'altro mondo! Comunque è indiscusso
che io t'abbia venduto la caldaia; dev'essere qualche mio fedele,
che si è messo una fabbrichetta, e pensa, che il mio nome dia influsso,
a vendere più caldaie. - Sant'Andrea, bloccatelo a questo infedele;
ma pure se non siete stato voi a vendermi la caldaia, e come dite
siete Santo a tempo pieno; fate un miracolo; mandatemi un pochino
uno che mi aggiusti la caldaia! Mentre è calda, è fredda, e quando aprite
tutta la pressione, perde acqua da ogni tubo! Mandatemi uno stagnino,
e scusatemi se ho preso fischi per fiaschi. - Cosa hai preso?
- Sant'Andrè mi sono sbagliato! - Tu come al solito non conosci metro;
ti metti a litigare…( e meno male che io ti ho sempre difeso,)
nientepopòdimeno con il primo discepolo: il fratello di San Pietro?
- Veramenteee? si somigliano poco, Sant'Andrea poi è meno "inzisto?"
- Fu confitto su una croce obliqua come quella dei passaggi a livello;
e Lui, continuò per due giorni ad annunciare la dottrina del Cristo.
- Scusatemi Sant’Andrè, buona giornata, e tanti saluti a vostro fratello!…
- Ciao Carolina. Ciao Procolo, non t'avevo visto. Ti sei sciupato.
- Per forza, con questo guaio che mi è capitato fra capo e piedi.
- Quale guaio, non mi far stare in pensiero. - Signora, è invecchiato,
non sciupato. Si lamenta di me perché dice che molto lavoro gli diedi.
Sentite Santa Carolina, io vi ho spedito i punti, che ancora accumulo,
ma non ho ricevuto la mucca Carolina! - Ma che vò, fantel cul. - Ma che ha?
San Prò è Tedesca? - No!, ma ti ha mandato seduta stante a fare in culo.
- Quella piezza...- Modera i termini, qua certe cose non si ponno fa!…
Ma tu ti stai scimunendo? Ora ogni Santa che vedi, pensi che è Lei
che opera sulla terra? Adesso ti raccomando se incontriamo Margherita,
non gli dire che le pizze che fa non sono buone? - No, e perchè dovrei
dirgli una bugia? Quella, come la gira e volta, la fa sempre squisita!…
San Prò; chi era quella signora che è passata e non vi ha salutato?
- Era santa Rita da Cascia, ma forse non mi ha visto: non mi ha evitato!
- San Prò vuoi sapere perché l'hanno fatta santa? sai qualcosa della sua storia?
- Mo non tenessi niente da fare; non ci basta; mi mettessi tutto a memoria?
- Santa Rita era stata costretta a sposare un uomo cattivissimo e malvagio.
Ebbe da lui due figli e la sua vita coniugale fu un inferno.
Ma un giorno uno dei tanti nemici che quest'uomo aveva lo fece dal villaggio
scomparire. A santa Rita ciò non dispiacque più di tanto, anzi prese un terno,
ma i sui figli giurarono di vendicare il genitore, come se questi fosse
stato il miglior padre del mondo. Alla madre non piaceva l'idea che i figli
si macchiassero di un omicidio; pregò quindi il Signore che se li prendesse...
e così fu. Le fu concesso quello che desiderava senza trovare appigli.
Rimasta sola, voleva ritirarsi in convento, ma non fu accettata perchè era
vedova; ma, Sant'Agostino, San Nicola e San Giovanni Battista, che erano
i suoi protettori, la presero di persona, e la introdussero una sera
nel monastero Agostiniano di Cascia, in mezzo alle suore che pregavano…
e fu accettata. Rita aveva trent'anni quando tutto questo avvenne.
Ora, è credibile che i figli vogliano vendicare un genitore che le sue furie
le scaricava su loro a colpi di bastone? Non è che questo poverino venne
assassinato dalla signora Rita e tutte quelle accuse fossero solo ingiurie?
e quando ha captato, che i figli volevano vendicarlo, ha fatto accoppare
anche loro? Se Rita aveva trent'anni quando è entrata in convento,
con la spinta di tre Grandi Santi, che non si sono limitati a telefonare,
ma l'hanno accompagnata di persona. Se questa signora non aveva impedimento
alcuno con i Santi; era ultra protetta: perchè non si è fatta aiutare prima?
Se la madre, dicevo, aveva meno di trent'anni; questi due figlioli vendicativi,
quanti anni avevano?… poi, in convento, siccome era rimasta di dolori privi,
si è conficcata una spina nel cervello ed ha sofferto ed acquistato stima;
e per tutte queste cose messe assieme l'hanno fatta santa.
A parte che non so come si faccia a conficcare una spina nel cervello:
La spina, come è stata conficcata, non poteva essere espianta?
Il colmo: "Una persona che ha mandato i suoi figli al macello”
è stata nominata: "Protettrice di chi desidera avere bambini."
- E allora? Hai fatto tutto stu pruciesso: per dimostrare cosa? Quali fini?
- San Prò, quando nun ve conviene o nun vulite capì, fate l'indiano?
Voi dentro a tutta questa faccenda non ci trovate niente di strano?…
- E la Marianna che va in campagna quando il sole tramonterà,
tramonterà, chi sa quando... - San Prò, chi è tutta questa gente?
Mi pare di vedere i lavoratori socialmente...- Chi sa quando ritornerà!
- …inutili che scioperano a Napoli! - Scusate signor tenente,
ma dove la portate tutta questa gente? - Questi, bravi ragazzoni,
sono i Mazziniani che sbarcarono con me a Sapri, con l'intento
di far insorgere il popolo Napoletano contro i Borboni!
- Allora lei è Carlo Pisacane? - Agli ordini signore. - E questi i trecento?
- Sissignore! - Mi dispiace, per i tanti uomini presi a fucilate,
ma non la capisco: "S'aspettava che i Napoletani insorgessero? "
Non sa lei che i Napoletani non si smuovono neanche a cannonate?
Doveva saperlo; era un Napoletano anche lei e s'aspettava che dessero
la vita per la Patria? Loro si” apparano sempre”, chiunque li comanda,
trovano il modo di come meglio sfruttare la situazione a loro vantaggio.
Comunque, dove li portate questi baldi giovanotti: ad una scorribanda?
- Dobbiamo andare a trovare la spigolatrice. Hanno avuto il coraggio
di dire, che non tentammo nemmeno di sbarcare e che appena vedemmo
il nemico sulla spiaggia, ce ne scappammo. Il giudice la vuole
ascoltare come persona a conoscenza dei fatti: “Un metro non cedemmo!”
- Se è per questo potrei testimoniare anch'io; ma non posso e mi duole!
- Perché lei si trovava a Sapri? - No, ma ho letto un’informativa
scritta su un quaderno dalla spigolatrice, che si trovava sulla riva,
che pressappoco diceva così. “Me ne andavo una mattina a spigolare,
quando ho visto una barca in mezzo al mare,
era una barca che andava a vapore
e alzava una bandiera tricolore.
All’isola di Ponza si è fermata,
è stata un poco e poi è ritornata.
E’ ritornata ed è venuta a terra,
e sono sbarcati contro il nemico a far la guerra.
Eran trecento, erano giovani e forti e sono morti.
- Vabbè questo è inutile dirlo: lo sappiamo d’esser morti,
ma è importante che lei sottolinei bene i punti seguenti,
dove dice: “E’ ritornata ed è venuta a terra”,
e: “Sono sbarcati contro il nemico a far la guerra.”
Allora viene a testimoniare? - Non posso: ho degli impegni precedenti.
Ma se le basta, le posso firmare una perizia giurata; dove asserisco
di aver letto quegli appunti nel quaderno della spigolatrice di Sapri!
San Procolo, qui presente con il suo sigillo convalida quello che proferisco…
- Certo, certo. Io convaliderò senz’altro che quel giorno eravate a Capri…
- E li mandate tutti e trecento nella merda. San Prò erano a Sapri!
Questo è quello che dovete asserire! - Perché io cosa ho detto?
- Avete detto Capri. San Prò come al solito siete un sordo m… benedetto!
- Vittò, è un errore veniale, stanno nella stessa regione Sapri e Capri.
- Grazie a te Vittorio, abbiam speranza di salvare il nostro onore,
e passare alla storia come patrioti ed eroi.
Se riusciremo in questa impresa, nomineremo te: "Nostro salvatore;"
e il sant'uomo, che ci ha periziati: Protettore di tutti noi!…
- San Prò vedo delle fiamme uscire dalla terra: Non è che avete trovato
il petrolio anche qua sopra? - Non è petrolio che brucia, sono i corpi riuniti
di quelli che nel tempo, volontariamente si sono dati fuoco e hanno pensato
che così facendo sarebbero dai loro problemi essi sfuggiti.
- San Prò e nessuno li spegne o tenta? - Chi lo ha fatto per disperazione
e chi per fanatismo, comunque gli è piaciuto di essere "'na fiamm'"
viva, ed il Signore così ha disposto: "Fia Lux Aeternam."
Più avanti vedi quelli che sono morti bruciati, ma morti per combinazione
in incendi dolosi. - San Prò e dove sta la differenza? - Vedi quell'autobotte
coi pompieri? - Certo che la vedo! - Ogni mezz'ora gli danno una rinfrescata!
- Pure! Non bastava a quei poveretti di essere periti come castagne cotte,
in un incendio; adesso si devono sorbire ogni mezz'ora l'acqua gelata?
Vabbè; comandate voi ed è giusto che si faccia come credete!…
Scalammo un alto colle e nello scendere nel fondo del cono noto con sgomento
un mucchio di persone, ma tante, come rinchiuse in un campo di concentramento.
San Prò; chi sono queste persone tenute chiuse da filo spinato? Lo sapete?
- Sono i: "Sans Papier!" - San Prò; sono santi speciali? più grandi o piccolini?
- Non sono Santi; sono soltanto quei poveretti che sono morti in incognito
e a terra li portate ancora vivi. Sono vittime di pedofili, di assassini;
di dittatori come il cileno Pinochet; Hitler, Mussolini, e finché non verrà chiarito
chi sono; noi come facciamo a capire quale posto devono occupare?
- E voi invece di aiutarli li avete messi in penitenza?
Dico io: Voi invece di spremervi il cervello e cercare
di capire questi chi sono… e a quel che vedo "noto in Voi un'impotenza",
a risolvere il problema: perchè non cercate di trovare chi ve li ha mandati?
Penso non ci voglia neanche molto! Ecco per esempio quei tre io li riconosco;
sono la famiglia Carretta che sulla terra sono da più parti ricercati.
"Dicono che sono partiti per una vacanza, e non sono tornati per un giro fosco.”
Altri dicono che il genitore è fuggito con un grosso bottino fatto rapinando.
Invece stanno qua. Chi li ha mandati? Chiedeteglielo può darsi che lo sanno.
- Signor... dell’altro mondo: abbiamo ascoltato: "E' stato nostro figlio Ferdinando!"
Perdonatelo! perchè anche Gesù disse:" Perdonali Padre, non sanno cosa fanno."
- E voi in divisa chi sareste? Sono il caporale degli alpini Briseghin Anselmo;
e sono in questo posto dal diciotto perchè nominato: "Milite Ignoto."
Il mio corpo riposa nell'altare della Patria con l'armamentario e l'elmo.
E' un grande onore, ma ho la mamma che m'aspetta e nel suo cuore c'è un vuoto.
- San Prò avete visto? in poco tempo abbiamo risolto due casi e se a scavare
ci mettessimo con lena, in due o trecento anni questo posto sarebbe messo in sesto.
- Ma cosa credi di essere Sherloc Holmes? E poi non te ne vuoi più andare?
A me se resti mi fa enorme piacere, ma torna sulla terra e goditi il resto!…
- San Prò a questo Papa pure l’hanno fatto santo? - Non capisco perché vi stupite?
I santi chi li fa? - Il papa. - E allora io ti faccio a te e tu mi fai a me. - Sì,
San Prò, ma questo Papa Marcello non era quello nemico giurato dei Lapsi?
- Perché si spuntivano? - San Prò, i Lapsi non erano le matite,
di noi napoletani, erano quelli che sotto tortura dicevano che non erano cristiani
per non essere bruciati vivi o tagliati la testa. Secondo me, facevano benone.
Quelli stracciavano la carne con i pettini di ferro e tagliavano piedi e mani…
Mai poi perché li cacciava se a capo della chiesa, ora qui da noi, c’è un Lapsone?
- E chi sarebbe questo Lapsone? - San Prò non vi ricordate di San Pietro,
quando stavano crocifiggendo Gesù? “Tu eri quello che gli andava dietro?”
gli chiese la guardia, e Pietro senza esitazioni disse: “E chi lo conosce!”
- Si ora mi ricordo. Il fatto del gallo che cantava tre volte e lui lo disconosce.
- San Prò a voi vi hanno tagliato la testa direttamente, ma se per caso vi avessero
chiesto: “Se dici che non sei cristiano ti accompagniamo a casa con il cocchio!”
Voi cosa avreste fatto? - Io avrei detto senza pensarci su: “sono un cristiano vero!”
- San Prò guardatemi negli occhi, avete fatto il naso più lungo di Pinocchio.
- Azz guagliò neanche a me mi credi? E se non credi a me che sono del tuo paese,
a chi credi? A Budda? Allah? Lo sai che se credi a loro pagherai le spese
di questo viaggio e qui non metterai più piede? - San Prò sono in casa vostra
e faccio come i Lapsi. Quei due? e chi li conosce? Solo Gesù è la salvezza nostra.
- Bravo, bravo, così deve parlare chi ha fede ed ha acceso del vero cristiano il lume.
Devi sapere che prima la gente con la sofferenza e la tortura, aveva altri approcci.
San Vincenzo, per esempio fu incarcerato e messo in una cella a dormire sui cocci.
Lui soffriva e si deliziava, allora per fargli dispetto lo misero in un letto di piume:
ma appena fu steso su quel morbido letto morì. - San Prò, ne ho sentite fesserie,
ma questa è la più grossa che ci sia! Uno muore perché messo in comodità?
San Prò se è morto, è morto per quello che aveva subito in quella cella là:
prima, e non dopo! - Io mi devo togliere il vizio di parlare: pensi sempre cattiverie!
- Penso con la testa che mi è stata data e indovina un po’ da chi?
- La testa ti è stata data vuota, sei tu che l’hai riempita e chissà chi
è stato il tuo maestro: non certo da un uomo di chiesa sei andato a scuola?
- San Prò sono stato alla scuola della vita, ma sulla chiesa ho fatto il doposcuola…
- Lo vedi a quello che sta passando? - Si, ma chi è? - E’ Girolamo, l’apostata.
- Meno male che me lo avete detto: gli voglio fare una domanda sulla prostata.
- Ma se non lo conosci nemmeno e poi cosa centra quello che ho detto io mo’,
da quello che dici tu? - Volevo chiedere perché gli uomini ce l’hanno e le donne no.
- Vittò, sei troppo scemo e curioso? - No, San Prò mi piace di essere informato.
- Ma cosa ti può dire un’apostata sulla prostata? - Chi meglio di lui se operato
a tale ghiandola potrebbe spiegarmi l’arcano? - Serve a dare un po’ di corda
a certi animaletti: sei contento te l’ho detto io? - San Prò ancora se lo ricorda
dopo duemila anni? - Sono cose che ho imparato a scuola e poi Dio
ogni tanto ci fa fare una ripassata, per non restare assai arretrati.
- San Prò ma voi sul quel fatto là: (capisc’ a me) più in là non eravate mai andati?
- Adesso vuoi entrare nella scazzetta del prete e sapere fatti che sa solo Dio e io?…
- San Prò, chi è quel signore con gli occhiali e che cammina tutto impettito?
- Tu dovresti conoscerlo: E’ Camillo Benso di Cavour. - Alla faccia del sasiccio:
ha ancora il padre vivo? - No, è morto da un secolo! - Allora fu Cavour? - Io
non so più cosa fare con te! - San Prò io sono: “fu Achille” perché mio padre è finito:
quando era vivo ero : “di Achille.” - Ma cosa c’entra la paternità? Quello era Conte
di Cavour. Camillo Benso, Conte di Cavour. - Se voi vi spiegate bene io vi capisco,
ma voi vi mangiate le parole. - Io mi mangio le parole?… Non mi leggevi in fronte,
mi hai detto l’altra volta? - Si vede che quando vi fate la frangetta…non arguisco.
- Quest’altro è Caligola. - Qua’ Licola volete da qui sopra: avete il cervello a sballo?
- Sei tu che hai le orecchie appilate stamattina e vuoi Licola e Cuma.
Io mi riferivo all’imperatore Caligola, quello che fece senatore il suo cavallo.
- San Prò ma questi Imperatori erano tutti pazzi? Quello vuole che Roma fuma;
questo con quest’altra stronzata… San Prò chi è quella gente piena di scalogna?
- Sono quelli degli attentati a Piazza Fontana; alla stazione di Bologna,
e alla banca dell’Agricoltura. - E stanno ancora così, feriti senza essere aiutati?
- Stanno aspettando il processo per sapere chi è stato che li ha ammazzati.
- San Prò diteglielo voi, io non ho il coraggio. A terra hanno fatto sei processi
ed hanno assolto tutti gli imputati. Un giudice li condannava e un altro li assolveva:
Secondo me i mandanti sono stati gli amici dei giudici, se non addirittura loro stessi.
- Vittò, non ci pensare, la vita non la potrai mai cambiare: Lui così la intendeva!
- San Prò come Vasco Rossi che voleva una vita spericolata e piena di guai?
- Non ho il piacere di conoscerlo a questo signore: è morto? Mai e poi mai
morirà San Prò! - Perché ha messo il cazzaglione a terra che è eterno?
- No, lui morirà come gli altri, ma le sue canzoni scavalcheranno il Padreterno…
San Prò, ma io a quelli li conosco: sono Ciccio e Franco.
- Vittò lasciamoli stare in santa pace: io mi sento stanco.
- San Prò come faccio a non fare magari due sole domandette,
a due che mi hanno fatto fare tante di quelle risate con le loro scenette?
- Vai, ma fa presto per piacere! - Dove dovete andare che andate di fretta?
- Da nessuna parte: ho detto che sono stanco e mi voglio riposare.
- Allora sedetevi su quella pietra e riposatevi per una mezz’oretta…
Ciccio, Franco, che piacere incontrarvi… ma cosa state a fare
con questo camioncino attrezzato di tutto punto per le pulizie?
- Hanno preso un abbaglio. Dicono che noi sulla terra abbiamo fatto macchiette
a migliaia e adesso per punizione le dobbiamo cancellare. - Le macchiette?
- Perciò dicevo che hanno preso un abbaglio. Erano tutti in ferie dalle zie
quando sono morto, e sono stato giudicato da un sostituto: “Che faceva questo?”
chiese al mio angelo custode, e questi gli rispose: “Le macchiette!”
- Allora dategli uno straccio e candeggina ed al suo fare molesto
ponga rimedio. - Non te la prendere siete in due e finirete in quattro e tre sette.
- Io così me ne credevo, ma da quando è arrivato Ciccio questi fetenti,
hanno messo me a togliere le macchie, e Ciccio… invece che le mette.
- Allora non finirete mai? Non ci esce manco una partita di tressette?
- Abbiamo fatto appello, e ci hanno risposto: “Perché avete altri appuntamenti?”
- Che peccato! Potevate portare un po’ di gioia in questa valle sublime,
ma piena di lacrime, se continuavate a fare come in terra… San Prò la gente
si pisciava sotto dalle risate ascoltando questo duo che a gesti e parole s’esprime…
- Perciò li hanno fatto cambiare mestiere: qua la maggioranza è incontinente!
- Incontinente ci sarà lei, io sono Siciliano, quindi isolano!
- Hai visto San Prò come sono pronti e fanno ridere? Gli dia una mano!
- A me, non mi hanno fatto né caldo e né freddo: era meglio uno stornello.
- Ciccio, per fare caldo a San Procolo ci vorrebbe una stufa a Carosello!
- Hai visto San Prò, questa era un’altra battuta. - A me in verità
non fanno né caldo e né freddo. - Ma chi è questo vecchiaccio
Ciccio, che ci ha preso per una stufa o un congelatore? Ora lo caccio!
- Amici, lasciatelo stare, questo è un povero santo che viene dall’antichità,
e mi sta portando in giro a visitare il paese senza spendere una lira…
- Allora va! Noi abbiamo da fare: C’è una ragazza che chiede aiuto e corre.
- Accorrete allora! - Perché tu non accorri? - Occorre? - Certo che occorre!
- Allora accorriamo tutti facendo attenzione a non perderla di mira!
- Voi San Prò aspettatemi qua: io lo so che a voi la corsa non v’ispira…
- Come stai Orsola: bene in casa? - Non mi lamento Prò, tutti bene: avanti si tira!
- San Prò, ho letto che Santa Orsola fu uccisa assieme ad altre undicimila vergini
dagli Unni. - E allora? - Tenevano i piombini queste donne che non lasciate margini?
A parte il numero eccessivo, ma dico io questi Unni quando uccideva la gente
la visitava pure? - Cazzo ma tu non credi a nessuno?…Scusa, Catullo, fine dicitore
non l’avevo con te. - San Prò quello era Catiello il figlio del Torrese, il pescatore?
- Quello era un grande poeta antico. - Dicevo io che lo vedevo troppo cadente.
San Prò chi sono quei due che si baciano? - Sono Ginevra e Lancillotto.
- La moglie di Re Artù che lo tradiva col cavaliere della tavola rotonda?
- Esattamente. - E come mai San Prò gli è permesso di stare nello stesso lotto:
insieme all’amante… e in Paradiso? - Ogni tanti anni Dio perdona e monda.
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Racconto di fantasia in Italiano frammischiato con un po' di napoletano. Scritto in versi rimati da Vittorio Gambardella. Come Dante per la Divina Commedia, così io, fatte le dovute distanze, sono stato in Paradiso ricevuto da San Procolo, protettore di Pozzuoli. (Il paese della Sophia Loren.) S'incontrano eroi, personaggi storici, gente importante, e soprattutto Santi, e si scherza con loro, giocando sui nomi e svelando alcune curiosità.
sabato 29 novembre 2008
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